Di nuovo sul Corriere del Ticino a proposito della masseria

Le comunali e il Patriziato di Vezia

Lettera dei sigg. Angelo e Mauro Arigoni pubblicata dal CdT il 13 aprile 2021


In campagna elettorale, la popolazione viene confrontata con varie visioni su come è stato gestito il Comune e come lo sarà nel futuro. In un bollettino di propaganda apprendiamo, con sconcerto, come «il Patriziato di Vezia avrebbe gestito in modo carente la masseria Gerbone». 

 Con un meccanismo classico e con documentazione fotografica altrui, gli autori si attribuiscono indebitamente il merito di un progetto che non possono più impedire, nella fattispecie l’imminente ristrutturazione della masseria. Con i fatti vorremmo qui respingere le accuse infondate al Patriziato. Il Patriziato amministra il Gerbone da più di 350 anni. Il nucleo principale del fabbricato risale al 1455 e sussiste ancora sostanzialmente intatto. Con l’esproprio dei terreni per la costruzione dell’autostrada negli anni Sessanta, la masseria perse la massa critica per la gestione di un’azienda moderna. Con la manutenzione (sostituzione dei tetti) e la ricerca di soluzioni alternative autofinanziate (allestimento proposto nel 2012 di appartamenti a pigione moderata nell’involucro storico) Patriziato e Fondazione Lanfranchini Domenico, sua emanazione, tentarono a più riprese e contro resistenze varie di salvaguardare la preziosa masseria sotto il nucleo del paese.

 Il contatto tra Fondazione Lanfranchini Domenico e Fondazione OTAF nel novembre 2015 ha ora portato al raggiungimento di quanto si profila a breve scadenza: ristrutturazione e restauro della masseria, mantenimento di attività agricole, creazione di un laboratorio didattico, salvaguardia di una vasta striscia verde comprendente la fattoria La Piana, la tenuta Bally, il Gerbone. Davanti al progetto sopradescritto le autorità comunali hanno poi approvato la modifica di PR, i cui costi sono stati integralmente assunti da OTAF. 

 Purtroppo, in fase di realizzazione della nuova galleria di base del Monte Ceneri, il Comune di Vezia non ha richiesto collegamenti adeguati fra il paese e la zona agricola e verde a valle. 

 Nel giro di alcuni decenni Patriziato e Fondazione Lanfranchini Domenico hanno iniziato e ottenuto il restauro e il mantenimento dei due complessi architettonici più antichi del paese: l’Oratorio della Madonna delle Grazie in S. Martino e appunto la masseria Gerbone, senza che tali importanti opere a favore della comunità di Vezia gravassero sulle finanze comunali. 

Angelo Arigoni  presidente del Patriziato di Vezia

Mauro Arigoni  presidente della Fondazione Lanfranchini Domenico

Risposta del delegato municipale nel Consiglio di Fondazione Dario Balmelli

(non pubblicata dal Corriere del Ticino)

Il 13 aprile con la lettera “Le comunali e il Patriziato di Vezia” i sigg. Angelo e Mauro Arigoni, rispettivamente presidente del Patriziato di Vezia e della Fondazione Lanfranchini Domenico (FLD) –  che impropriamente definiscono “emanazione patriziale”- hanno accreditato ” un loro buon governo della  preziosa masseria Gerbone (proprietà della FLD) con la proposta  del 2012 d’inserirvi appartamenti a pigione moderata”. Proposta in partenza già improponibile poiché inconciliabile con l’allora vigente PR. 

La FLD da 40 anni è diretta da un Consiglio egemonizzato da tre patrizi che decidono a maggioranza esclusivista e arrogante. Oltre ad attribuirsi presidenza, vicepresidenza e segretariato sono usi a decidere frequentemente misconoscendo gli scopi della FLD e i contributi degli altri due membri che completano il Consiglio in rappresentanza dell’intera Comunità di Vezia, ossia il delegato del Municipio e il Parroco pro – tempore.  È da ricordare che nessun istrumento legale e costitutivo della Fondazione, permette di attribuire al Patriziato queste facoltà, tant’è vero che il testatore fin dal 17esimo secolo aveva ammonito che per inosservanza delle sue disposizioni il lascito doveva essere girato a beneficio “della Comune et huomini di Mezovico” .

La Fondazione ha tre scopi da perseguire : ” a) promuovere opere di beneficenza nel Comune di Vezia; b) celebrare in perpetuo tre messe settimanali in suffragio dell’anima di Lanfranchini Domenico  ; c) eseguire o partecipare all’esecuzione di opere d’interesse generale per la  comunità di  Vezia.”

Se per le messe non c’è mai stato problema, l’attuazione degli scopi a) e c) hanno causato rapporti conflittuali con i Municipi (organi di vigilanza “inferiore”) succedutosi nel tempo.  Motivi : da un parte la natura giuridica di un fantomatico Patriziato di diritto privato, dall’altra l’autorizzazione a un simile ente  d’agire da padrone dei beni patrimoniali della FLD (masseria Gerbone, terreni a Vezia, Manno, Porza e tanto denaro ricevuto per espropri di proprietà sul tracciato dell’autostrada nazionale). Solamente nel 2000, e a determinate condizioni finora insoddisfatte, venne riconosciuto Patriziato di diritto pubblico ! Prima del 1983, oltre alla inquietante “padronanza  della FLD per potere decisionale maggioritario” non aveva nessun possedimento ! Nel 1983 si aggiudicò a un’astapubblica per 1 Fr. simbolico la sua attuale unica proprietà composta dall’Oratorio della “Madonna delle grazie” con un piccolo rustico d’uso civile anticamente povera abitazione del cappellano e una striscia di bosco in S. Martino (c/o cimitero). La fece subito restaurare, completamente a carico della FLD (per ca. 550’000 Fr.), senza alcuna contropartita !  Una regalìa facilitata da un presidente al tempo stesso del Patriziato (ente beneficiario) e della FLD (ente benefattore).

Per la vitalità della Fondazione e la conservazione della sua masseria Gerbone uno degli effetti negativi di queste insane commistioni, che smentisce i sigg. Arigoni,  ha comportato la progressiva rovina dell’edificio e  sue utilizzazioni illecite, per allevamenti e commerci di bestiame, da  parte del vicepresidente del Patriziato e della Fondazione ! A bloccarli, su segnalazioni della “Protezione degli animali”, sono dovuti intervenire nel 2015 e nel 2017 la polizia cantonale e la magistratura, dopo ben due divieti del veterinario cantonale ad allevare animali e richiami all’ordine del Municipio, temerariamente ignorati (v. Corriere del Ticino del 24.03.2015 “Fattoria sotto sequestro nel Luganese” , laRegione del 25.03.2015 “Vezia, allontanati tutti gli animali della fattoria e incarto al Ministero per gravi motivi” e altri media ticinesi).  Finalmente nel 2017 con un decreto municipale venne imposta la chiusura della masseria per inagibilità e parti pericolanti  con obbligo di sgombero dei rifiuti. 

Il pio testatore Lanfranchini aveva fatto affrescare su una parete la sua volontà “Annona perpetua pauperum ac miserabilum universitatis Vetiae” (Produzione annuale eterna per i poveri indigeni della comunità di Vezia) ora semicementifica da mani ignoranti e resa quasi illeggibile (v. fotografia).  In Paradiso, ma inquieto per l’andazzo,  deve avere miracolosamente ispirato e spinto l’OTAF (Opera Ticinese di Assistenza per la Fanciullezza) ad impegnarsi a fondo per far rinascere la masseria e utilizzarla per 100 anni a scopi agricoli – educativi  a favore dei suoi utenti. Altrimenti sarebbe tutto crollato  !

Alla riuscita dell’operazione, comportante anche una bella riqualifica paesaggistica del comparto territoriale circondante la masseria, hanno principalmente contribuito il Municipio di Vezia e i competenti uffici cantonali che hanno fatto modificare il PR a salvaguardia di un’antica masseria e in funzione delle esigenze particolari dell’OTAF.  Sarebbe stato il colmo se il Consiglio della Fondazione non avesse approvato all’unanimità questi lodevolissimi atti e progetti edificatori di risanamento. 

Altre informazioni in:

DOCUMENTI – progetti – ristrutturazione GERBON

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